domenica 20 novembre 2011

abbracciamoci nel fango. quando basta anche solo una palla per farti innamorare. tempo di lettura previsto 2’08”

“allora ci vediamo alle 11 a cavalleggeri”
“stabbene, prendo la cumana”
“ok”
“ok”
eh, ma a cavalleggeri non ci arriva la cumana, bensì la metro.
“vabbè mò chiedo a che fermata della cumana devo scendere: chiedo scusa, le posso chiederle un’informazione?”
“dipende signò”
cazzo significa ‘dipende’?
“per andare a cavalleggeri cosa devo prendere?”
“di qua non va bene, avete sbagliato tutto, è lontanissimo”
bravo il mio svogliato, catastrofico omino sepsa, lo so pure io che ho sbagliato, sennò mica ti chiedevo un aiuto.
comunque.
pigliamoci ‘sta cumana, scendiamo a fuorigrotta,  14 km a piedi e andiamo a fare- il tutto solo per amore, eh- la conoscenza di questa cosa oscura chiamata regbi.
forse non è così oscuro, ma per me sì. vabbè per me sono oscure anche le bocce, per dire. cioè io e lo sport proprio mai.
Però non è mai troppo tardi per entrare nel magico mondo dell’amatori napoli regbi, e infatti oggi ho imparato un sacco di cose, alcune anche bizzarre, tipo:

-si deve andare sempre avanti ma la palla si deve buttare indietro.
-si gioca 15 contro 15 (vabbè, questo non è strano).
-l’arbitro è indiscutibile, cioè non gli puoi dire mai cornuto.
-c’è sempre qualcuno coi baffi a manubrio.
-se la palla è ovale è un colpa dell’ergonomia, un po’ colpa del maiale
-angelo dà sempre un sacco di buffi a tutti quanti, quindi attenzione.
-ci si muove come la testuggine romana (questo l’ho capito da sola, però -“si vede proprio che ho fatto il classico”.
-c’è una cosa che si chiama la ‘tush’ che è quando alzano a uno che poi lui lancia la palla.
-il numero 1 della squadra con la maglia rossa è proprio il tipo mio.
-se non ti metti la cuffietta si consumano le orecchie. eh: consumano.
-c’è uno uguale a michele misseri, però grasso.
-cadere non è un disonore. e questo è bello.
- ci sono due tempi come il calcio, ma di 40 minuti, no 45.
-c’è sempre un ‘dummì che avanza’.
-siccome il regbi è un gioco d’onore il fallo non si simula mai mai (questo mi è rimasto molto impresso, devo dire).
-ci sono un sacco di genti fatte male e il dottore che spruzza. ma all’occorrenza leva da mezzo anche le bottiglie di plastica a bordo campo.
-un allenatore e un arbitro non si possono vestire uguali che sennò mi confondo.
-tengono tutti un poco di panza. dice che è perché bevono la birra, ma secondo me no.
-ti geli il culo se stai col pantalone leggero seduto sui gradoni di cemento due ore.
-e poi ci sono il corridoio, la mischia, il rac. ma non ho capito molto di questi (come se invece, il resto).

però la cosa che mi è piaciuta di più di questo regbi è il terzo tempo.
il terzo tempo è quando dopo la partita, tutti, vincitori e vinti dopo che si sono fatti una bella doccia, si vottano nella capa di morto la qualunque: cibi sani e genuini preparati dalle loro femmine devote, tipo la pizza salsiccia e friarielli.
buonissima, per altro. e poi sì, è vero, bevono un sacco di birra e si prendono a male parole e fanno le gare di rutti, ma però sono simpatici.
a proposito, ma poi chi ha vinto?