mercoledì 10 ottobre 2012

ugo, quel coso curioso. tempo di lettura previsto 1'43"

ho ricevuto una richiesta un po' strana.
lusinghiera per dei versi, ma di certo bizarra.
un amico, o come preferisce definirsi 'un mancato amico del cuore' mi ha chiesto di buttare giù qualche riga su di lui.
da principio ho immaginato che fosse solo preda di un attacco narcisistico o che la sua autostima fosse precipitata ai minimi storici: sì, gli piacerà certo il mio modo di scrivere, ma non è che io sia tutta 'sta penna strappata al campiello, quindi.
poi però mi sono detta che forse, la richiesta di questo fascinoso giovanotto che chiamerò, non so, ugo -come un gatto rosso bellissimo che avevo tanti anni fa- è tenera, non so quanto legittima, ma umile e in fondo divertente.
e quindi, oggi parliamo di ugo. ho solo un piccolo problema a riguardo: io di ugo non so quasi nulla, se non che ha un cuore bello. non so quanti anni ha, ad esempio, dove abita. non so come prende il caffè, se preferisce il mare o la montagna. se ha un cane, che scuole ha fatto (sempre ammesso che le abbia fatte) se ha la patente, se gli piace più il dolce o il salato.
come se non bastasse, l'ho frequentato anche poco poco, certamente un tempo insufficiente per farmi di lui un'idea precisa.
però una cosa la so: ugo mi sorprende sempre.
mi sorprende per discrezione, umiltà, garbo. ha una grande semplicità nel raccontarsi. non ha vergogna di apparire stupido.
ha una strana, pudica forma di dolcezza, è creativo ma sobrio, silenzioso ma attento. gli occhioni malinconici, imperscrutabili. non sorride spesso, ma dovrebbe: si illumina.
mi fa piccoli regali, tipo una volta mi disegnò un gallo con dei coriandoli. era un gioco nostro, una roba su un pollo, non mi ricordo bene. ma ho impresso nella mente quel disegno un po' stupido. e poi si ricorda di fatti assurdi, vecchi una vita, e me li ripropone a distanza di mesi. non è invadente, ha, tutt'altro, una riservatezza quasi indisponente. se ne sta sempre un po' in disparte, monolitico nella sua timidezza, allergico alla chiacchere, al clamore, alla promiscuità.
ugo, e forse non è un caso che abbia scelto di chiamarlo come il mio amatissimo ex felino, è proprio un gatto sornione, una bestia riottosa che credi tipo imbalsamata da secoli, e che invece, quando meno te lo aspetti, tira una zampata che ti leva il fiato. e lo fa con eleganza, passando dalla porta principale. e non gli frega se è in ritardo di cento anni. non si annuncia, non si giustifica, non si difende. affonda e basta. un colpo secco ma mortale. perchè mentre tu pensavi che ugo dormiva, quello invece se ne stava con un occhio chiuso e uno aperto e ascoltava, guardava, ruminava, elaborava.
qualcuno lo definirebbe lento, io non lo so. però so che tira fuori i conigli dal cappello e questo lo rende un po' magico. senza trucchi, senza lustrini, coadiuvato solo da un cuore gentile e da una matita piena di fantasia.
tuttavia, cuore e matita non bastano ad ugo per essere felice. mi sembra sempre di leggere un velo di tristezza nei suoi occhi, di malinconia, di rimpianto per una vita che ha preso una direzione che non si aspettava.
ho idea che lui la sua vita la subisca, invece di agirla. e certe volte, ascoltandolo, avrei voluto fare qualcosa di carezzevole. strappargli uno di quei sorrisi giganti che la sua matita mi ha tante volte regalato. gli voglio bene, non saprei perchè. in fondo ci siamo appena sfiorati. parlati poco. sorrisi ancora meno. però mi piace il suo modo di spuntare fuori dal nulla, il suo corteggiamento muto, mi intenerisce la sua timidezza -che giustifica dei silenzi altrimenti irritanti, trovo stimolante il suo talento, nobile la sua serietà, onesto il suo modo di raccontarsi.
trovo anche incomprensibili le ragioni della sua affezione, ma questa è un'altra storia.