giovedì 10 maggio 2012

red suede shoes. tempo di lettura previsto 1'26"


dice freud che quando perdi un paio di scarpe significa che in realtà te ne vuoi comprare un paio nuove. lui è vagamente più scientifico, ma il senso è quello.
io di scarpe ne ho perse almeno tre paia nella mia vita, ma ne ho comprate decisamente molte di più.
gettate, mai.
perchè come ogni donna nata nell'ultimo quarto di secolo -o anche un po' prima- accumulare compulsivamente scarpe è una specie di obbligo morale, diciamo. e io non faccio eccezione: dal tacco 12 alla ballerina passando per la zeppa (mi pento e mi dolgo) fino allo stivale.

conservare sempre, buttare mai. anche se non te le metti, perchè te le sei comprate per quel vestito che tanto comunque non ti metti, se ti fanno malissimo, se sono di due numeri più piccole, con le stringhe che ti segano o tanto basse da farti venire i crampi: mai.
poi ci sono quelle a cui sei particolarmente legata, ogni donna ne ha un paio. e anche io.
sono delle ballerine, anche abbastanza brutte devo dire, nere, con una specie di fettuccia e la para bianca comprate durante un viaggio a berlino (il gusto dei tedeschi è cosa nota, guardate derrick) : mi avevano mandato il bagaglio a francoforte, e piuttosto che andare in giro scalza per una settimana, ho rifugiato in un grande magazzino cercando un giusto compromesso tra orrore e praticità.

e le incontrate: ho incontrato quelle che da quel momento in poi ho sempre considerato le mie scarpe da viaggio e che in tutti i giri della mia vita, parecchi devo dire, mi hanno sempre seguito. per dieci anni. dieci anni belli, di felicità, ma dieci anni fa.
dieci anni di esplorazioni e prati e passeggiate stremanti e cene e pic nic nei parchi e arrampicate e ghiacci  e sentieri impervi e vulcani. dieci anni belli, di felicità, ma dieci anni fa.

teoricamente sono ancora in buono stato (perchè se il gusto dei tedeschi è raccapricciante, non lo è la qualità delle cose che fabbricano, guardate la bmw), ma è arrivato il momento di salutarle. dopo dieci anni. dieci anni belli, di felicità, ma dieci anni fa.
il tempo passa, e scorrendo si porta dietro un sacco di cose, belle e brutte. quelle belle cerco di conservarle, di trattenere i ricordi e le emozioni e le paure e i batticuori. quelle brutte le chiudo in un sacchetto, assieme alle scarpe di derrick, e via. un respiro profondo, forse una lacrimuccia, un ultimo saluto alle compagne di viaggio.

adesso mi aspettano nuove esplorazioni e prati e passeggiate stremanti e cene e pic nic nei parchi e arrampicate e ghiacci  e sentieri impervi e vulcani.
non so se a freud piacciano o meno, ma io ho puntato un paio di kickers rosse.