martedì 29 novembre 2011

il trucco c’è. tempo di lettura previsto 2’12”

puro lino. again.
no, questo no è quello della palestra. è un altro. idiota come l’aerobico, però.
deve essere il mio karma, non saprei.
insomma lino.
lino è assistente in seconda di salvatore, titolare di un piccolo esercizio en plein air di prodotti cosmetici  nel cuore del vomero.
in pratica vende i trucchi in mezzo al mercatino –originali, però- e lino scarica i cartoni.
non è che può fare altro, poverino.
insomma lino.
sguardo vacuo, accento colorito da chiari echi bergamaschi, pensiero disarticolato, bocca semiaperta, fascia in puro pile 8 fili, che sennò viene la sinusite, mi conosce da anni, e da anni timidamente mi corteggia come meglio può.
cerca di fare colpo, poverino, parla di viaggi (perché sa che mi piacciono assai) si interessa della mia vita privata, del lavoro, mi chiede pure se mamma sta bene, per dire.
una volta poi, tra un mascara e una limetta per le unghie doveva sentirsi talmente gagliardo che mi ha chiesto perfino il numero di telefono, poverino, e il dramma è che io- che pure di lino diciamocelo, me ne fotto- ero quasi sul punto di darglielo, visto il mio problema a verbalizzare i ‘no’.
vabbè comunque lino il semplice mi dice sempre che tanto io dei trucchi non ne ho bisogno perché sono già bellissima così, e che li spendo a fare tutti questi soldi, eh? eh? e che se tutte le clienti fossero come me loro dovrebbero chiudere baracca e azzarda anche un ‘sei molto secsi’ quando si sente molto audace.
insomma lino.
va detto a sua parziale discolpa però, che mi ha sempre visto vestita cristiana, truccata, tipo con un tacco, pettinata decente. non proprio tirata a pasta, ma insomma che potevo andare in giro anche senza porto d’armi.
poi un giorno, mal mi incolse, sono andata a cambiare un fetente di smalto -che mi ero resa conto ce l’avevo uguale- con la tuta, i capelli tirati, faccia di un colore indefinito, in perfetto stile out of bed insomma. 
e quello lino non mi ha riconosciuto. 
marò. poi dici che uno deve andare a fare i corsi sull’autostima, ma educateli pure a questi ambulanti, che sono in grado di distruggerti con un saluto mancato seppellendoti sotto cumuli di mortificazione, miseria e vergogna .
cioè lino per me era una certezza. sapevo che qualsiasi cosa, lui mi diceva che ero sempre bella, e invece.
stamattina –che però stavo acconciata bunariella- mi ha ricordato non senza una punta di sadismo di quando ‘quella volta che tenevi la tuta non ti avevo riconosciuto ah ah ah, ma resti sempre bella comunque, eh’
‘lino finiscila’
‘no, ma veramente, mica ti voglio offendere’
‘azz, mi stai dicendo che sono un cesso a pedali senza trucco’
‘no, ma quando mai, scusami scusami’
‘stai peggiorando la tua posizione’
‘jà guarda, se me lo chiedi non vado neanche più in venezuela e resto qua con te’
ma anche no, lino, parti sereno. anzi mandami una bella cartolina.