lunedì 23 gennaio 2012

pasqualone. tempo di lettura previsto 1'03"

questa è la storia di pasqualone.
pasqualone è un omone grande e grosso. 
fatto di ferro, fili, tubi, vetro, è alto molti metri e può fare un po’ paura, perfino.
l’ho incontrato ieri, attraversando una strada un po’ magica, una strada che cammina sul mare, una strada sulla quale i grandi passeggiano e i bambini corrono e gridano. 
gridano pure i grandi, veramente, ma comunque.
da lontano sembra piccolo, pasqualone, poi ti avvicini e lui si manifesta in tutta la sua imponenza. è un gigante di ferro un po’ arrugginito. gli occhi sono tondi e buffi, i capelli arruffati, ha un’espressione un poco triste: secondo me si sente solo. 
esposto al vento, alla mercè dei gabbiani dispettosi, sciupato dalla salsedine. deve fare freddo d’inverno, lì, in mezzo al mare.
ma pasqualone ha anche un’aria fiera e superba. perché finalmente si sono accorti di lui, di questo gigante dall’aria stupita che giaceva dimenticato tra caldaie e colate continue, nascosto da una ciminiera. 
ha dormito per parecchi anni pasqualone, poi un giorno qualcuno ha iniziato a smontare quell’inferno di macchine e cavi e bulloni e tondini d’acciaio e lo hanno trovato lì che sonnecchiava all’ombra di un forno a calce. è stata una scoperta sorprendente: la testa sembrava proprio la colonna di una ciminiera ed era –incredibilmente- coperta da un intreccio di cavi di acciaio -un nido per uccellacci di ferro- che suggeriva una capigliatura  sciatta e disordinata. 
e che dire del resto? due riflettori e una bombola d’ossigeno per formare gli occhi e  il naso: incredibile  come tutti questi pezzi, incontratisi per caso, abbiano finito per dare un viso a quell'omone. e nessuno se ne era mai accorto prima, eh.
benedetta dismissione, hai liberato il gigante dalla sua prigione di rottami e gli hai regalato finalmente l’aria, finalmente il sole, finalmente il mare. e anche i gabbiani, ma vabbè.
adesso pasqualone è più felice: accoglie con un sorriso difficile da immaginare, i grandi che passeggiano e i bambini che corrono e gridano, e i grandi pure che gridano, mentre il sole gli scalda la schiena.

forse qualcuno proverà a dirmi che quel totem è frutto della fantasia di un giovane artista napoletano,  e che i riflettori antideflagrazione e i tondini d’acciaio sono stati messi lì apposta a formare gli occhi e i capelli e che pasqualone, lui no, mica dormiva quando l'hanno trovato.
ma io non lo so se a questa storia ci voglio credere.