mercoledì 28 marzo 2012

casa. tempo di lettura previsto 1'26"

all’inizio furono dei tappetini di legno, bellini, colorati, perfettamente inutili che tanto non assorbono niente, ma sempre meglio di quelli di finta moquette con i fiori bruttissimi.
poi una mano di colore su qualche parete, un cactus gigante dipinto su una porta di legno, tanti quadri, tanti libri, foto ovunque, ovunque calamite, anche una a forma di maiale, bellissima, sulla cappa della cucina che tiene ferma una foto di papà ragazzino con un maiale ancora più grande di lui.
un sacco di potos, tutti figli di una pianta vecchissima che mi ha seguito per anni, dei piatti di vietri, il cassetto con tutti gli accessori per fare i dolci, una tenda pesantissima, viola, che quel lampione non si spegne mai e la notte da fastidio. un lettone matrimoniale nuovo di zecca, un altro cassetto con cose che non si possono dire, una coperta colorata, il terrazzino dove è sbocciato l’amore tra alfredo e violetta, uno zerbino molto francese, un calendario amato, finalmente quel foulard di niki de saint phalle comprato al giardino dei tarocchi e tenuto sempre da parte. un aspirabriciole -perché gli aspirabriciole sono utilissimi veramente; una radio da quattro soldi che infatti non si sente niente, teoria e tecnica dello stenditoio contemporaneo, una vasca da bagno larga che uno si fa un bagno bellissimo e finalmente un cuscino che non ti bagni i capelli.  fiori di plastica  attaccati sullo scarico del bagno piccolo, una mattonella a forma di armadillo bruttissima, la cassetta degli attrezzi di papà, un divano comprato a metà prezzo, gatti ovunque –gatti veri e gatti dipinti, gatti disegnati, gatti incollati, gatti ritagliati. uno scaletto nero con dei pois colorati, molto grazioso; bottiglie di vino, bottiglie di grappa, bottiglie di pastis, bottiglie di porto.
molte amiche, molti amici, un solo amore, una sedia di cartone rubata, la connessione adsl veloce come una scheggia, quella mattonellina degli atrium project che adoro e che mi segue ovunque, le marmellate, pittare il tavolino con la bomboletta e sporcare tutto e mò a marisa chi la sente, una cabina armadio fantastica, mai riempita del tutto, dollari alle pareti, una sveglia in cucina. uccelli, molti uccelli, un piccione perfino, la bancarella con tutti i gioielli, le carte sistemate nei faldoni, una piccola cena per il mio compleanno, il telefono che non prende quasi da nessuna parte, vodafone poi: un guaio, la colazione sul tavolino verde mela, un armadio per le giacche ma tenerle sempre sulla poltrona, i giocattoli di violetta sparsi ovunque sul pavimento, quel bagno rosa che non si riesce ad ingentilire in nessun modo, una botola per gettare l’immondizia co-mo-dis-si-ma, gli otto super santos di brandon e bruce, gli allucchi della mamma di brandon e bruce, regina la portiera peruviana che non capisce niente e dice sempre di sì, continuare a vedere i film nel pc perché il dvd non ho mai imparato ad usarlo, i termosifoni che non funzionano, la luce bellissima che alle 3 del pomeriggio entra nella camera da letto, 2022, la porta del bagno che non va bene e che infatti sono rimasta mezza giornata chiusa dentro, un sacco di scaffali che poi non ho riempito più, fiori di carta in un bollitore, fiori recisi messi a seccare, fiori disegnati sulla tappezzeria delle sedie, fiori cresciuti spontaneamente nei vasi del terrazzo, fiori sgranocchiati dalla gatta.
una collezione di tazze, strofinacci bellissimi, le pentole messe nell’armadio che in cucina non c’entrano, topi appesi ai termosifoni, la cera azzeccata da tutte le parti.
ciao casa.
mi hai accolto e riscaldato per molti mesi. non so bene se ti ho amato, né se tu hai amato me.
ma abbiamo fatto un pezzo di strada assieme.
e quindi ciao, buona fortuna.