capodanno, tempo di bilanci. oppure tempo di buoni propositi
per l'anno che viene.
evito di pronunciarmi in intendimenti -non amo venire meno
ad un impegno preso, e ancor di più evito di fare bilanci, che se non mi ha
sepolto questo 2012 credo che non morirò mai più.
e quindi posso solo provare a raccogliere quello che ho
imparato su di me e sugli altri, a conservare le emozioni, a fare tesoro di
quanto è accaduto.
per esempio ho scoperto che posso prendere l'aereo da sola,
senza necessariamente invocare la morte del pilota. che in ogni lavoro, anche
il più semplice, possono nascondersi delle piccole soddisfazioni. che è vero
che se la gatta mangia solo croccantini il pelo le resta più lucido. che il
pile è caldo. che anche una città col fiume può essere struggente. che le
persone sono cattive. che i palloncini, quelli che volano, sono gonfiati ad
elio e non ad aria. che sono fortunata ad avere ancora nonna. che mi piace
viaggiare in treno anche per molte ore. che pure murakami può deluderti, e che
l'ambizioso progetto di leggermi la 'recherche', morirà a pagina ottantaquattro
de 'dalla parte di swann'. che ci sono persone lontane, che riescono a
regalarti il sorriso con un bacio inaspettato, e persone vicine che di bacio ti
riservano quello di giuda. che i luoghi comuni sono maledettamente veri, e
quelli sui torinesi, madonna, sono verissimi. poi ho imparato che si può vivere
con poco, con pochissimo, e tutto sommato essere contenti lo stesso, e che
milioni di vestiti non erano necessari, ma milioni di orecchini, quelli sì. che
senza mia madre non potrei fare nulla, non potrei essere nulla, che le devo la
vita tutta, anche se talvolta si merita le mazzate. che chi ti giudica, di
solito è un fallito. che amerei daniele silvestri anche se cantasse le canzoni
dello zecchino d'oro. che ci sono persone nella mia vita che ci resteranno per sempre. che mi piacciono le case piene di luce. che si può volere
bene in tanti modi, ma odiare in uno solo. ho imparato che quel modo di pittare
i mobili e decorare casa che mi piace moltissimo, si chiama 'shabby', e adesso
è la mia ossessione. che il portogallo è un paese orribile. che in fondo sono
una romantica. che andare in bicicletta è un modo fantastico di spostarsi. che
molti si rallegrano nel mio sorriso, e questo mi fa venire voglia di sorridere
più spesso. ho scoperto e amato 'boris' una serie fantastica, mentre fellini
niente, non lo riesco proprio a digerire. ho imparato che era possibile amare
ancora, anche se mi ha detto male. che la zucca e le melanzane sono i miei
ortaggi del cuore, ma che le zucchine no, non riuscirò mai ad amarle. che in
giro ci sono un sacco di codardi, ma anche un sacco di uomini e donne
coraggiosi e umili e che mi piace guardare a loro e sperare di somigliargli.
che è bello anche viaggiare con uno zaino. che il merchandising di medjugorje è
veramente il più brutto del pianeta. che dietro ogni persona c'è una storia
lunga e complessa, ma che non sempre vale la pena di conoscerla, questa storia.
che si può essere molto adulti a vent'anni e molto acerbi a quaranta; e che io
ho un fiuto speciale nell'inciampare in entrambe le categorie. ho imparato che
ci sono persone cretine che purtroppo non guariranno mai. che quegli stivali di
camoscio, dopo otto anni di rappezzi li devo buttare per forza. che non tutti
pensano e agiscono come me o come io credo sia giusto, è legittimo; ma che è
legittimo scegliere di non volere dividere la mia strada con loro. che dalla
pigrizia non si esce. che piangere fa bene, libera. che se non c'è almeno mezza
tonnellata di ammoniaca dentro, la tintura è inutile che te la fai, non piglia.
che se sono amata da molte persone, in fondo così malaccio non devo essere. e
poi ho imparato che bisogna aspettare, e che l'attesa può rivelarsi molto
preziosa. ma soprattutto ho scoperto che anche da un dolore molto forte, può
nascere qualcosa di speciale.