tengo questo pulciosissimo blog da poco più di tre anni, il
suo pubblico di lettori si attesta tra le ottanta e le cento unità e se il
contatore delle visite corre come un treno lo devo a mia madre che si compiace
di avere una figlia che pratica un italiano discreto, e legge e rilegge i miei
post fino a tenerli a memoria. conosco quasi tutti i miei seguaci: amici, amici
di amici, parenti. ma da qualche mese ho fatto un nuovo acquisto. un acquisto
prezioso che anima la sezione dei commenti, una lettrice che si crogiola
nell’insulto anonimo e in barba ad ogni regola di bon ton emette sentenze a suo
dire inappellabili, contro me e contro terzi, illudendosi probabilmente di
ferirmi in qualche modo. non sono mai stata una scheggia in matematica, ma due
più due fa sempre quattro e sono risalita facilmente all’identità della mia
accanita follower.
e’ una donna brutta, di quelle che devi definire ‘un tipo’
per immaginartele sessualmente attive. è piccola di statura, è piccola di cuore.
ha i denti marci e storti, i capelli unticci, è sciatta, trascurata, le unghie
nere, e ha riposto le gioie della sua vita in un povero cane che le fa da
figlio, avendo ella superato i quarant’anni senza averne avuto uno. forse è per
questo che è così cattiva, perché la vita le ha fatto collezionare solo
fallimenti. e per questo non posso che averne compassione.
c’è un flm bellissimo in cui spencer tracy viene accusato di
avere il cuore avvizzito come una prugna. e io me lo immagino proprio così il
cuore di questa piccola signora: avvizzito, grigio come è grigia la sua pelle,
stanco e pesante per tutto il rancore che ella stessa vi coltiva con cura.
ma non è solo avvizzito, è anche ottenebrato e sordo. perché
è un cuore che non vede e che non sente l’altro, ma parte a testa bassa per
difendere una posizione, una parte, un uomo piccolo come lei, e non conosce
ragione, confronto o contraddittorio, ma solo un fondamentalismo cieco,
sperando forse, praticandolo, di rafforzarsi in un’identità altrimenti meschina.
ai miei occhi non fa molta presa, devo dire, ma forse al
club dei vili di cui fa parte -e di cui ho il privilegio di conoscere altri
membri- questa donnetta che senza metterci la faccia (e vi assicuro, è solo un
bene che non la vediate) parte a testa bassa e insulta una donna ferita e
abbandonata deve sembrare un grande eroe.
io conduco un’esistenza sovraesposta, faccio un sacco di
errori, inciampo in mille persone sbagliate, è talmente facile puntarmi il dito
contro. ma prima di essere una donna che fa tanti pasticci, sono una donna. e
quello che più mi delude in tutta questa faccenda, è constatare quanto pur di
aggrapparsi ad un paio di calzoni sdruciti una donna possa fare, è il venire
meno di quel principio di solidarietà femminile in cui fortemente credo e che
ho il piacere di praticare e vedere praticato quotidianamente.
nessuna donna incinta (neanche la peggiore delle mignotte)
merita di essere abbandonata, così come a nessuna donna, a nessun essere umano,
si rinfaccia l’impossibilità di concepire dei figli.
per questo sei brutta amica mia, perché pur di essere
cattiva con me non guardi in faccia a nessuno, come se insultarmi ti facesse
migliore, ti gonfiasse di orgoglio, come se il mio abbandono ti rendesse fiera.
e invece resti piccola piccola, sola, col tuo povero cane, le tue unghie
sporche e non riesci neanche a brillare di una pallida luce riflessa.
mentre scrivo mi diverto a pensare a quale sarà la tua
reazione: stanata sparirai per la vergogna oppure continuerai ad agitare nel
vuoto le tue stupide braccia? sono pronta a leggere la sequela di insulti che
la tua squallida penna vorrà riservarmi. pronta e curiosa di vedere quanta
bassezza l’animo umano può raggiungere, anche se nell’ultimo anno una vaga idea
me la sono pur fatta. per converso non credo che patirei la tua mancanza nel
caso sparissi, ipotesi che, detto tra noi, ti potrebbe solo rendere merito. ho
scelto di dedicare a te l’ultimo post di questo anno -un anno doloroso e
difficile per tanti versi, ma pieno di sorrisi e di speranza per altri-
sperando di lasciarti confinata nell’immondo pattume, l’unico posto dove puoi
essere finalmente regina.
Non avrei speso tempo e parole per coste, giã condannata a vivere con se stessa fino alla morte. Ma tu sei generosa, bella e luminosa e mamma felice, circondata da amore e rispetto. Non è da tutti e ad alcuni fa tanta rabbia.
RispondiEliminanon volevo che pensasse di giocare ancora al piccolo 007.
RispondiEliminaMa fregatene, tu sei di un altro pianeta.
RispondiEliminaNN TI QURAR DI LORO MA GUARDA E : SBORA. F.TO BARTOLO CHITI
RispondiEliminaCiao, non ci conosciamo (almeno non di persona), ma vorrei dirti che sei un MITO! Brava Sarah, fregatene di tutti e soprattutto degli omuncoli, che ahimè, anche io ho frequentato…
RispondiEliminaAbbracci.
S.
omuncoli e donnette, omuncoli e donnette.
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