il giorno in cui la furia si
calma, i nervi si rilassano, la tensione si allenta, le emozioni si assestano:
ognuna prende il suo piccolo posto, ci si sistema così da sola, in attesa di
essere al meglio assaporata, decifrata, compresa.
non è facile distinguerne i
sapori, si va dalla meraviglia alla felicità, passando per la commozione; ma
quella che più di tutte, si impone e mi travolge è la sorpresa dell’abbraccio
caldo di chi ti ama, una stretta sincera, conciliante. e insieme la conferma di
poter vacillare senza cadere, di potermi appoggiare e riposare un po’ sapendo
che quell’approdo di amore è sicuro, non nasconde insidie, mi protegge dalle
correnti e mi culla un po’, persino.
un mio amico mi ripeteva
sempre ‘famiglia è ovunque ci sia amore’, e io che ho idee un po’
conservatrici, ho faticato ad abbracciare appieno questa affermazione. la
famiglia, mi sono sempre detta, è fatta da una mamma, un papà, magari dei
nonni, tutti impegnati a darsi amore e a darne, senza soluzione di continuità,
al nuovo arrivato. è così che avevo sempre immaginato la mia di famiglia, ed
era una delle poche cose che avevo ben chiara dentro di me, che sapevo di
volere con certezza e determinazione, l’unica alla quale non avrei mai
rinunciato.
ma non avevo fatto i conti
con quello che la vita aveva deciso di presentarmi: un conto un po’ troppo
salato per una ragazza che, in fondo, pensava di meritare solo un po’ di
tranquillità e qualche carezza, ma che soprattutto pensava che carezze e
serenità fossero dovute a un piccolo angelo che non ha chiesto a nessuno di
nascere e che con rinnovata, incomprensibile felicità guarda ogni giorno il
mondo intorno a se’ per assaporarne ogni brandello.
nell’ultimo anno questo è
stato l’unico pensiero che mi ha tormentato straziandomi il cuore: non
l’abbandono –che si è rivelato, alla fine, una meravigliosa liberazione, ma
l’idea che lei, la mia piccola bambola perfetta, fosse respinta ancora prima di
essere conosciuta, ignorata come se neanche esistesse, rifiutata come si nega
l’avvento nella propria vita di qualcosa di orrendo e di infetto.
lei, troppo bella e troppo
piccola per essere già oggetto di sentimenti così atroci. quanto orrenda io
debba essere, mi sono chiesta negli ultimi mesi, perché mi venisse riservato un
trattamento così sprezzante e perché questo odio cieco si abbattesse anche su
di lei, una bambina inconsapevole e serena, che regala i suoi sorrisi sdentati
a chiunque le si avvicini. il senso profondo di ingiustizia che ha segnato e
segna tuttora questa vicenda non riesce a darmi pace e a più riprese mi impone
di chiedermi dove ho sbagliato, perché è così difficile allungare una mano e
fare quella carezza dovuta.
fino a che non arriva il
giorno in cui di colpo ti giri e ti ritrovi nella tua piccola colorata casa
accogliente, nuova che senti ancora l’odore di vernice e sei stordita dalle
voci e dai sorrisi e dagli abbracci e ti rendi conto che tutti sono lì per te e
alleggeriscono il tuo cammino, ti offrono da bere se sei affaticato ti fanno
una carezza se sei triste. e in quei sorrisi e in quelle voci e in quegli
abbracci trovi tutte le risposte e sai, finalmente, e lo sai con certezza
granitica che non sei tu quella sbagliata e che esiste un’altra ipotesi di famiglia,
quella chiassosa, promiscua, differente, fatta di mille amici sinceri prestati
al ruolo di zii che non si stancheranno mai di quei sorrisi sdentati.
con queste righe voglio
ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato a non cadere, e che ancora mi sorreggono
con gli strumenti che hanno a disposizione. che danno senza chiedere, che non
giudicano, che lavorano affinché il mio piccolo angelo senta ogni giorno,
sempre meno il peso del rifiuto. alle mie amiche, che non mi abbandonano un
attimo e sopportano stoicamente i miei sfoghi, a mia madre, che lavora senza
sosta perché nulla ci manchi e subisce le mie inquietudini, ai miei familiari,
tutti, che fanno cose piccole e grandi senza troppo clamore, a chi mi ha teso
una mano, regalandomi la speranza di un futuro possibile, a mia figlia ai suoi
sorrisi, alla sua perfezione che mi rende così facile amarla. e a chiunque sappia fare le
carezze.
<3
RispondiEliminaun giorno saremo noi sdentate e lei ci cucinerà i capcheics (con tantissimi #SELFIE su instagram)
RispondiElimina<3
avanzi un po' di carezze, ricordamelo! :)
RispondiEliminaSei una ragazza tosta.
RispondiEliminaSei una ragazza tosta.
RispondiEliminaSono Marzia.
RispondiEliminaOvviamente continuo a non saper accedere col mio nome.
Ovviamente io ti voglio proprio bene.
E ti onoro da madre e da donna.
Io ti onoro.
Alla fine i conti tornano,anche se non tornano.
RispondiEliminaE chitemmuorto!(E' una crasi tra due post).
Ti abbraccio.
E.