lunedì 2 dicembre 2013

è sempre bello il giorno dopo. tempo di lettura previsto 2’34”

il giorno in cui la furia si calma, i nervi si rilassano, la tensione si allenta, le emozioni si assestano: ognuna prende il suo piccolo posto, ci si sistema così da sola, in attesa di essere al meglio assaporata, decifrata, compresa.
non è facile distinguerne i sapori, si va dalla meraviglia alla felicità, passando per la commozione; ma quella che più di tutte, si impone e mi travolge è la sorpresa dell’abbraccio caldo di chi ti ama, una stretta sincera, conciliante. e insieme la conferma di poter vacillare senza cadere, di potermi appoggiare e riposare un po’ sapendo che quell’approdo di amore è sicuro, non nasconde insidie, mi protegge dalle correnti e mi culla un po’, persino.
un mio amico mi ripeteva sempre ‘famiglia è ovunque ci sia amore’, e io che ho idee un po’ conservatrici, ho faticato ad abbracciare appieno questa affermazione. la famiglia, mi sono sempre detta, è fatta da una mamma, un papà, magari dei nonni, tutti impegnati a darsi amore e a darne, senza soluzione di continuità, al nuovo arrivato. è così che avevo sempre immaginato la mia di famiglia, ed era una delle poche cose che avevo ben chiara dentro di me, che sapevo di volere con certezza e determinazione, l’unica alla quale non avrei mai rinunciato.
ma non avevo fatto i conti con quello che la vita aveva deciso di presentarmi: un conto un po’ troppo salato per una ragazza che, in fondo, pensava di meritare solo un po’ di tranquillità e qualche carezza, ma che soprattutto pensava che carezze e serenità fossero dovute a un piccolo angelo che non ha chiesto a nessuno di nascere e che con rinnovata, incomprensibile felicità guarda ogni giorno il mondo intorno a se’ per assaporarne ogni brandello.
nell’ultimo anno questo è stato l’unico pensiero che mi ha tormentato straziandomi il cuore: non l’abbandono –che si è rivelato, alla fine, una meravigliosa liberazione, ma l’idea che lei, la mia piccola bambola perfetta, fosse respinta ancora prima di essere conosciuta, ignorata come se neanche esistesse, rifiutata come si nega l’avvento nella propria vita di qualcosa di orrendo e di infetto.
lei, troppo bella e troppo piccola per essere già oggetto di sentimenti così atroci. quanto orrenda io debba essere, mi sono chiesta negli ultimi mesi, perché mi venisse riservato un trattamento così sprezzante e perché questo odio cieco si abbattesse anche su di lei, una bambina inconsapevole e serena, che regala i suoi sorrisi sdentati a chiunque le si avvicini. il senso profondo di ingiustizia che ha segnato e segna tuttora questa vicenda non riesce a darmi pace e a più riprese mi impone di chiedermi dove ho sbagliato, perché è così difficile allungare una mano e fare quella carezza dovuta.
fino a che non arriva il giorno in cui di colpo ti giri e ti ritrovi nella tua piccola colorata casa accogliente, nuova che senti ancora l’odore di vernice e sei stordita dalle voci e dai sorrisi e dagli abbracci e ti rendi conto che tutti sono lì per te e alleggeriscono il tuo cammino, ti offrono da bere se sei affaticato ti fanno una carezza se sei triste. e in quei sorrisi e in quelle voci e in quegli abbracci trovi tutte le risposte e sai, finalmente, e lo sai con certezza granitica che non sei tu quella sbagliata e che esiste un’altra ipotesi di famiglia, quella chiassosa, promiscua, differente, fatta di mille amici sinceri prestati al ruolo di zii che non si stancheranno mai di quei sorrisi sdentati.
con queste righe voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato a non cadere, e che ancora mi sorreggono con gli strumenti che hanno a disposizione. che danno senza chiedere, che non giudicano, che lavorano affinché il mio piccolo angelo senta ogni giorno, sempre meno il peso del rifiuto. alle mie amiche, che non mi abbandonano un attimo e sopportano stoicamente i miei sfoghi, a mia madre, che lavora senza sosta perché nulla ci manchi e subisce le mie inquietudini, ai miei familiari, tutti, che fanno cose piccole e grandi senza troppo clamore, a chi mi ha teso una mano, regalandomi la speranza di un futuro possibile, a mia figlia ai suoi sorrisi, alla sua perfezione che mi rende così facile amarla. e a chiunque sappia fare le carezze.

7 commenti:

  1. un giorno saremo noi sdentate e lei ci cucinerà i capcheics (con tantissimi #SELFIE su instagram)
    <3

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  2. avanzi un po' di carezze, ricordamelo! :)

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  3. Sono Marzia.
    Ovviamente continuo a non saper accedere col mio nome.
    Ovviamente io ti voglio proprio bene.
    E ti onoro da madre e da donna.
    Io ti onoro.

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  4. Alla fine i conti tornano,anche se non tornano.
    E chitemmuorto!(E' una crasi tra due post).
    Ti abbraccio.
    E.

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